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SU LA TESTA!
Due anni dopo la rivolta di Rosarno il sistema è in crisi.
Il territorio soffre, la soluzione è una: uniti per riprenderci la TERRA
Annus terribilis, il 2011, per Rosarno e la Piana di Gioia Tauro tutta. E il futuro promette pessimi auspici: licenziamenti di massa al Porto, impianti turistici e supermercati chiusi, le arance che restano sugli alberi e i terreni che vengono abbandonati.
In questa situazione, ci accingiamo a pagare la crisi, ad affrontare i sacrifici che l'Europa ci chiede per rimediare a una situazione che non abbiamo creato NOI. 
Tutto questo vuol dire DISOCCUPAZIONE, ospedali chiusi, servizi che vengono meno e qualità della vita sempre peggiori per tutti. Per gli italiani e per gli immigrati. Per i braccianti e per i piccoli produttori. Per gli operai e per tutti i cittadini. E disoccupazione, per gli immigrati in Italia, significa clandestinità se non trovi un'occupazione entro sei mesi.  
Intanto, nelle nostre campagne i braccianti africani continuano a vivere a centinaia in condizioni disumane, mentre i profitti degli agrumi, dei kiwi e dell'olio, attraverso i supermercati, vanno ai grandi gruppi che ci strozzano, imponendo prezzi stracciati alla fonte.
Il sistema che ci sfrutta da decenni ora ci dice che non serviamo più, non servono i nostri agrumi, non servono le braccia dei nostri migranti. Serve invece il nostro territorio per impianti di ogni tipo che ci avvelenano la vita e distruggono la terra, come la centrale turbogas a Rizziconi, o l'inceneritore di Gioia Tauro per il quale è quasi pronto il raddoppio, o il rigassificatore a San Ferdinando, che distruggerà decine di ettari di terreno agricolo, danneggerà ancor di più le attività del porto e ci esporrà tutti al rischio d'incidenti catastrofici. 
In questa situazione, è insensato attaccare i migranti, non ha senso mettere i deboli contro i deboli o i “penultimi” contro gli “ultimi”. L'unica possibilità è stare insieme per difendere i diritti di tutti. UNITI per difendere il diritto a decidere su ciò che ci riguarda: il porto, il rigassificatore, l'agricoltura... la TERRA! 
Affinché il porto sia rilanciato e i posti di lavoro difesi.
Affinché i terreni agricoli rimangano tali e offrano un lavoro degno ai lavoratori, immigrati e non, e un reddito ai proprietari. 

Sabato 7 Gennaio, dalle ore 11,00
alla 2° Zona industriale di San Ferdinando
da mattina a sera, FESTASSEMBLEA in difesa del lavoro e della terra:
trascorreremo una giornata proprio laddove dovrebbe sorgere il rigassificatore, un luogo simbolo, per riaffermare la volontà di strappare la nostra terra alla costruzione di megaimpianti e di restituirla agli agricoltori e alle POPOLAZIONI LOCALI. 
ITALIANI E IMMIGRATI, LAVORATORI E DISOCCUPATI
PRENDIAMOCI PER MANO, AFFRONTIAMO I NEMICI.
LOTTIAMO INSIEME PER IL NOSTRO FUTURO! 

Africalabria
Donne e uomini senza frontiere,
per la fraternità
Adesioni:Coordinamento Portuali Sul, Flai-Cgil comprensorio di Gioia Tauro, San Ferdinando in movimento, Kollettivo Onda Rossa, Rinascita-Cinquefrondi, Equosud, Csoa “A. Cartella”, Chiesa battista di Rc, Mammalucco Onlus Taurianova, GASPP-Gruppo d'acquisto solidale e popolare della Piana di Gioia Tauro, Circolo Arminio di Palmi, Partito della Rifondazione comunista, Rete per l'autorganizzazione Popolare - R@P
indicazioni per raggiungere il posto:
http://maps.google.it/maps?saddr=Strada+sconosciuta&daddr=Strada+sconosciuta&hl=it&ll=38.474456%2C15.981545&spn=0.020595%2C0.038581&sll=38.474918%2C15.998497&sspn=0.005149%2C0.009645&geocode=FZcZSwId4Rr0AA%3BFZkMSwIdCUzzAA&vpsrc=6&mra=prev&t=h&z=15 

 
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la federazione anarchica sudsalento organizza una tre giorni di discussione.  
26-27-28 Agosto 2011.
Acquarica del capo localita "paiarone"



Questo vuole essere solo l’inizio di una discussione itinerante. Una serie di incontri dovrebbe essere il modo di approfondire queste tematiche che sono già in tanti ad avvertirle; un’officina che permetta la realizzazione del nostro pensiero e la messa in azione delle nostre forze.

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NO AI FASCISTI DI CASA POUND A LECCE


La città non può ignorare che sabato 13 novembre si annuncia nella sala congressi dell’Hotel Tiziano a Lecce una assemblea pubblica sulla scuola organizzata da Casa Pound e Blocco studentesco, vale a dire da organizzazioni dichiaratamente neofasciste. Si definiscono loro stessi come “avanguardia del fascismo del Terzo Millennio”, anche se mascherano come attività sociali e di difesa della condizione studentesca il razzismo, l’intolleranza, l’inneggiare alla violenza, l’ostilità alla democrazia che li contraddistinguono.
Si tratta di un fatto grave a  cui la città deve reagire, ed è altrettanto grave che a questa manifestazione partecipi ufficialmente la vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura Simona Manca. Con questa presenza istituzionale si vogliono legittimare le realtà aggressive dei neofascisti, che in quanto tali sono al di fuori dei principi costituzionali.  
Le associazioni e le reti sociali, i partiti e le personalità antifasciste, invitano pertanto alla vigilanza democratica e a un presidio pubblico davanti al Tiziano per il pomeriggio del 13 novembre nella volontà di comunicare alla cittadinanza la gravità dell’ iniziativa a sfondo provocatorio di Casa Pound e della presenza del responsabile nazionale del Blocco, uno degli squadristi in prima fila nelle aggressioni a Piazza Navona a Roma dell’ottobre del 2008 alla manifestazione studentesca.

Rete antifascista di Lecce e del Salento
(a cui partecipano vari collettivi, sindacati, associazioni di promozione sociale, associazioni studentesche, ANPI e partiti della sinistra)

Info:
Silverio Tomeo
Cell. 339-4487672
0832-396669

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ASSEMBLEA ANTIRAZZISTA

mercoledì 3 novembre alle ore 18,00
presso la Libreria Ergot (P.tta Falconieri Lecce, nei pressi di Porta Napoli),
per discutere dei seguenti temi:

1. Situazione campo rom, in particolare in relazione al progetto “INCLUSIONE SOCIALE E INSERIMENTO SOCIOLAVORATIVO DEI ROM IN PUGLIA” portato avanti dall’Opera Nomadi;
2. Processo Kater I Rades;
3. Varie e eventuali.

Riguardo al primo punto, nonostante i solleciti inviati alla Regione Puglia, rimasti sostanzialmente disattesi, l’Opera Nomadi ha già attivato una serie di convenzioni con gli enti locali e continua ad operare, non senza contraddizioni, sul campo. Discuteremo le nostre riserve manifestate in relazione:    
• alle modalità di assegnazione dei fondi: l’assessorato alla Solidarietà - Politiche sociali e Flussi migratori ha deciso di affidare, senza una consultazione ampia e partecipata ma solo attraverso una delibera di giunta (la n. 1509 del 2009) la gestione di risorse pubbliche all’Opera Nomadi;
• al progetto e soprattutto alle modalità con cui viene portato avanti: non prevedendo il coinvolgimento diretto dei destinatari nell’elaborazione e nella gestione delle iniziative politiche che li riguardano, esso ha ignorato le più elementari pratiche di partecipazione democratica nella gestione della cosa pubblica e rischia dunque di precludersi la possibilità di una positiva ricaduta dell’iniziativa. 
Le nostre perplessità sono rimaste prive di qualunque risposta, sarebbe quindi il caso di decidere come proseguire.

Riguardo invece il secondo punto, il prossimo 9 novembre dovrebbe aver luogo-presso la Corte d’Appello di Lecce- la prossima udienza relativa al processo per l’affondamento della nave Kater I Raders. Sicuramente i più ricorderanno l’accaduto:
 era il 28 marzo del 1997 quando una nave militare italiana (la Sibilla)speronò in acque internazionali la barca Kater I Rades, provocandone l’affondamento con la morte di oltre cento persone, molte delle quali donne e bambini. Fuggivano tutti dalla guerra civile che era scoppiata in Albania contro il fallimento delle Piramidi finanziarie e il premier Sali Berisha che le aveva promosse. La Sibilla era tra le navi italiane impegnate in un «blocco» deciso dal governo Prodi in accordo con quello albanese di Sali Berisha (un accordo non tanto diverso da quello siglato con la Libia dall’attuale governo, il trattato di “AMICIZIA, PARTENARIATO E COOPERAZIONE”). Un accordo, tra le altre cose, lesivo del diritto internazionale d’asilo. L’Italia infatti, allora come oggi è avvenuto con la sigla del trattato con la Libia, fu richiamata dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
 Vista l’imminente chiusura del processo potrebbe essere utile pensare di programmare momenti di riflessioni e iniziative varie (proiezioni di documentari, allestimento di mostre o qualunque altra cosa si decida di fare) per sensibilizzare l’opinione pubblica ed evitare che cali il silenzio sulla tragedia vissuta dai profughi in fuga dalla guerra civile.

Ci vediamo quindi mercoledì 3 novembre alle ore 18,00 presso la Libreria Ergot (P.tta Falconieri, Lecce, nei pressi di Porta Napoli).

 Diffondete ai vostri contatti e a quanti riteniate interessati.

 Rete Antirazzista Salento


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Music All Night - 18 Settembre 2010

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Anarchia in festa - 5 e 6 Giugno 2010



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